L'IDEALISMO: FICHTE

Johann Fichte studia teologia a Jena, a Lipsia. Insegno a Jena negli 70, poi però fu accusato di ateismo e quindi dovette lasciare il suo posto di lavoro. 
Fichte fu un grande sostenitore di Kant. Dopo la pubblicazione delle sue opere, ci fu un dibattito su quattro punti: 

1. La cosa in sè 
2. Dualismo fenomeno noumeno 
3. Dualismo forma materia 
4. Rapporti apriori e aposteriori 

Fichte inizia a dare il suo pensiero seguendo il pensiero di Kant. Secondo lui il problema principale era il rapporto tra noumeno e fenomeno. L’io è considerato da Fichte principio formale e materiale della conoscenza.

La deduzione per Kant è trascendentale ovvero che giustifica la validità di condizioni soggettive. Per Fichte invece la deduzione è assoluta o metafisica, in quanto dall’Io stesso non deduce soltanto le condizioni soggettive, ma anche la realtà dell’oggetto stesso.  

Per Fichte invece è il principio assoluto che pone il soggetto e l’oggetto fenomenici in virtù della sua attività creatrice (intuizione trascendentale). In poche parole, per Fichte prevale un'istanza etica: infatti per non compromettere la libertà dell'io, ne afferma l'infinità e creatività; il suo pensiero è definito idealismo etico e l'oggetto viene posto solo per essere superato e offrire un contenuto all'azione morale. Da questi insiemi di pensieri e teoria, nacque l’idealismo tedesco.


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