ADORNO

Adorno, insieme a Horkheimer,  rappresenta l’altra colonna portante della Scuola di Francoforte. Egli fu un filosofo e grande amante dell’arte, della musica e della letteratura, dove le sue riflessioni erano dirette verso una critica alla società a lui contemporanea e all’ideologia che la sosteneva.

Nell’opera "Dialettica negativa" ragionò sulla realtà e i suoi strumenti di comprensione, a partire dal dopo Auschwitz. La tragedia incominciata con i campi di sterminio e i crimini nazisti, a parere del filosofo, aveva svelato l’unica verità possibile sulla storia: il suo male e la falsità di qualsiasi affermazione positiva e ottimistica. Così, la dialettica hegeliana viene superata da una nuova “dialettica negativa” che mira a svelare il carattere contraddittorio e disarmonico del reale. Semplificando, il compito della filosofia deve consistere nello smascherare la finte armonia e far invece apparire in superficie le distorsioni e le contraddizioni dell’esistente.   

Altra tematica particolarmente cara ad Adorno è la riflessione su quello che costituisce l’aspetto più importante e invasivo della società tecnologica: l’ “industria culturale”. Con tale espressione, il filosofo intende definire l’insieme dei mezzi di comunicazione di massa usati dal “potere” per controllare e manipolare le coscienze. L' industria culturale ha infatti la funzione di:

  • 1. suscitare nel consumatore bisogni e desideri, rendendolo semplice fruitore passivo.
  • 2. veicolare i propri valori, quali il consumismo, l’omologazione e le mode, la ricerca del guadagno e del continuo arricchimento.
  • 3. creare assenso e consenso negli individui intorno all’ordinamento sociale, spegnendo qualsiasi prospettiva critica.
  • Secondo Adorno solamente l’arte contemporanea e la musica in particolare, possono risvegliare le coscienze e costituire uno strumento di accusa e testimonianza del male che è presente.









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